lunedì 23 agosto 2010

Ventidue

Se andiamo per teorie mistiche, il mio lavoro è uno strumento che qualche divinità sta utilizzando per impartirmi un insegnamento. Se andiamo per teorie karmiche, sto pagando un debito che la mia anima ha contratto in qualche incarnazione precedente. Se andiamo terra terra, mi devo fare un mazzo esagerato.

venerdì 20 agosto 2010

Ventuno

Una donna crede di essersi innamorata di un uomo. Osserva con attenzione i sintomi: strani sogni, pensieri inaspettati, aspettative, lievi alterazioni biochimiche che agiscono sui suoi stati emotivi. Eppure quasi non lo conosce. Certe cose accadono solo nei libri o nei film. Ferma sulla soglia, si chiede se precipitare le procurerà, questa volta, più gioie o più ferite.

On air: CCCP, Emilia Paranoica.

mercoledì 18 agosto 2010

Venti

Nessuno lo sa, ma uno dei migliori amici di chi fa il mio lavoro - e anche di chi fa finta, come la sottoscritta - è il lessico greek-english Liddell Scott Jones, per gli intimi LSJ. Tralascio la spocchia con cui storciamo il naso approcciandoci ad un idioma barbaro (in fondo è lo stesso che abbiamo imparato cantando i Doors e i Pink Floyd, ma vuoi mettere che male al cuore vedendolo accostato all'amata lingua di Omero?), dopotutto il mondo anglosassone sembra dimostrare maggiore sensibilità classicistica rispetto a noi. C'è da dire che ogni tanto va preso con beneficio d'inventario, eh. Sempre per restare in tema, qui non c'è una lady who's sure all that glitters is gold... a riprova di questo, tra una crisi di disperazione e l'altra (metà agosto e non sono nemmeno a metà lavoro, mioddio) ho scovato su internet una chicca:

Two men wrote a lexicon, Liddell and Scott;
Some parts were clever, but some parts were not.
Hear, all ye learned, and read me this riddle,
How the wrong parts wrote Scott and the right parts wrote Liddell?

Ogni tanto gli studenti sanno essere cattivi... e ce ne sono parecchie varianti:

Two men wrote a lexicon,
Liddell and Scott;
One half was clever,
And one half was not.
Give me the answer, boys,
Quick to this riddle,
Which was by Scott
And which was by Liddell?

Questa è la mia preferita:

Two men wrote a lexicon - Liddell and Scott;
Some parts were right, some parts were not.
Now come, all ye wise men, and solve me this riddle:
Why the wrong parts wrote Scott, and the right parts wrote Liddell?

Francis Markham (Londra, 1903) spiega in proposito: The joke was, that often when at work with the Sixth, Liddell would object to the translation of, or use of, some word. The boy would reply, "Please, sir, I found it used that way in your lexicon," when Liddell would reply, "Scott wrote that part".

(una poesiola di Thomas Hardy, Liddell and Scott On the Completion of their Lexicon, si può leggere qui.)

martedì 17 agosto 2010

Diciannove

AAA cercasi impiego come assaggiatrice di cocktail alle Mauritius.

giovedì 5 agosto 2010

Diciotto

Dimmi, fratello carissimo: vivere tra questi testi, meditarli, non conoscere null'altro, non desiderare null'altro, non ti sembra già qui, sulla terra, dimorare nei regni celesti?

- Gerolamo, Epistola 53 a Paolino di Nola, 394* dC -



*forse, o forse no.

mercoledì 4 agosto 2010

Diciassette

Continua la ricerca di pdf che non riuscirò mai a scaricare col mio computer balengo. Le biblioteche stanno per chiudere (maledizione, se non vado in vacanza io non vedo perché debba farlo il resto del mondo!) e mi resta il 95% del lavoro da fare. Questo è uno di quei giorni che cominciano male e finiscono peggio... mi sono svegliata con lo spiacevole pensiero "tanto non ce la farò mai a finire tutto per tempo". Tengo duro, stringo i denti, il mio nuovo sport preferito è fare la figa scrivendo note di commento in ebraico senza sapere l'ebraico, con buona pace dei colleghi di Orientalistica.

Oggi è successa una cosa strana. Ti ho guardato con un certo distacco, come non avevo mai fatto, e per la prima volta ti ho visto per come sei. Al di là di idealizzazioni, sentimenti, paure, aspettative. Dietro l'uomo elegante, sicuro di sé, integerrimo e fascinoso, ho visto il meccanismo ben oliato di un'apparenza che è frutto di costruzione, ponderata, artefatta. Studente modello, ragazzo brillante e di belle speranze, marito fedele, giovane padre premuroso, bella villa ereditata da famiglia benestante, sterminata cultura e - condicio sine qua non per la sopravvivenza nel nostro ambiente - grande bravura nel fingere di sapere anche quel che non si sa. Ogni giorno ti fai vedere rinchiuso nella fortezza della tua vita perfetta, ma stando ben attento a mostrarla da una sola prospettiva, quella frontale: se qualcuno provasse a guardare da un'altra angolazione, scoprirebbe che è tutto un trucco, un inganno, una magia, che quei mattoni infrangibili altro non sono che sottilissime carte da gioco. Basta un soffio di vento un po' più forte a far cadere tutto.
Ti ho visto soltanto vacillare, oggi. Ho visto quello che sei, non quello che potresti diventare. Ci stiamo studiando da due anni e d'improvviso tutto mi è chiaro. Adesso so. Non mi resta che trovare la risposta a una semplice domanda.
Voglio essere io, quel soffio di vento?

martedì 3 agosto 2010

Sedici

Postille al post precedente.
1. Per caso ho trovato online il pdf di un articolo in un periodico localizzato in una biblioteca che rimarrà chiusa fino al 30 agosto. Però mi sarebbe piaciuto toccarlo con mano: non capita tutti i giorni di doversi servire di una pubblicazione del 1898.
(maledetto Platone, riesci sempre a complicarmi la vita.)
2. Oggi ho pranzato per la prima volta col mio capo, chiamiamolo così. La mia idea di imbarazzo è più o meno questa.

Quindici

Due mesi per partorire uno straccio d'idea intelligente e mettere giù uno progetto vagamente decoroso. Due mesi per un lavoro che normalmente si fa in sei.
Due mesi, e già sono passati quindici giorni.

L'aria della città che ho odiato e che oggi, dopo tre anni, sono giunta a sentire casa è fresca, stasera. La luce artificiale di una lampadina prossima a fulminarsi - una delle ultime lampadine a incandescenza, fine di un'epoca... bah - rischiara una camera da letto che profuma di ammorbidente, di bucato steso sul balcone, di lenzuola pulite. Fuori si vedono persino le stelle. Non male, per un comune da un milione di abitanti.
Ho ceduto alla tentazione della nicotina. Una sigaretta, una sola, giusto per ricordarmi com'era il gusto. Per ripensare a com'ero quando accenderne una era la mia coccola serale - un rito pagano di purificazione, un sacrificio di fumo per propiziarmi non so quale divinità, o forse solo una grande idiozia. Che importa? Sono pur sempre una ex-tabagista.

C'è che ho paura. Se mantieni la calma quando tutti intorno a te l'hanno persa vuol dire che non hai ben afferrato la situazione, dicono. E se così fosse? Se avessi messo troppa carne al fuoco? Se mi fossi sobbarcata un lavoro troppo difficile, se non fossi all'altezza delle aspettative? Mi sto giocando le fatiche di tre anni in questi due mesi.
E poi c'è una storia su cui non avrei scommesso un centesimo, che ancora non è neanche una vera storia, che può diventare tutto e il contrario di tutto... l'attimo di sospensione tra potenza ed atto è estenuante, alle volte. E senza averlo preventivato ti ritrovi in quella fase agghiacciante in cui non fai che chiederti: mi richiamerà?

Basta, troppa roba. Troppi pensieri.