Tardi ti ho amato, bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti ho amato. Ed ecco, tu eri dentro e io fuori e là ti cercavo, e sulle belle forme delle cose che tu hai fatto, io deforme mi gettavo. Eri con me, e io non ero con te. Mi tenevano lontano da te quelle cose che, se non fossero in te, non esisterebbero. Hai chiamato, hai gridato e hai rotto la mia sordità, hai brillato, hai sfavillato e hai dissipato la mia cecità, hai sparso il tuo profumo, ho respirato e anelo a te, ho gustato e ho fame e sete, mi hai toccato e ho bruciato nella tua pace.
- Agostino, Confessiones X, 27, 38 -
Ho approntato una traduzione sul momento (i miei superiori direbbero "sull'impronta", "sull'unghia" o "di servizio", e ormai sto cominciando ad usare queste espressioni anch'io), ma nulla può eguagliare l'incomparabile bellezza dell'originale. Il latino di Agostino è particolare, vibrante, emozionale ed emozionante, retorico e sfavillante - non per niente da un'oscura borgata dell'odierna Algeria era giunto alla corte degli imperatori di Milano, non senza essere passato per Cartagine e Roma - e nelle Confessioni queste caratteristiche si esprimono alla massima potenza. Vi si coglie tutto il tormento interiore dell'uomo che si riconosce peccatore, che è lacerato dalla dicotomia "desidero il bene e faccio il male", e tutta la meraviglia generata dall'incontro con la Bellezza. Poche frasi sanno commuovermi come sero te amavi, pulchritudo tam antiqua et tam nova, densa di stupore e malinconia che formano un intreccio inscindibile. Non è una questione di essere credenti o meno, non conta essere cristiani, islamici, ebrei, buddhisti, Hare Krishna, atei, agnostici o chissà che altro: le parole di Agostino esprimono sensazioni che tutti abbiamo provato, paure che tutti abbiamo conosciuto, contraddizioni che sono radicate nel profondo di noi stessi e che esprimono la quintessenza della nostra umanità. Quante volte ci sorprendiamo a pensare, anche noi, tardi ti ho amato? Ci chiediamo che cosa sarebbe accaduto se avessimo scoperto prima la Bellezza, se non fossimo stati così ciechi, così pavidi. Può capitare con un dio, con una persona, con una passione. Tardi ti ho amato... e se fosse troppo tardi? In fondo è quel che temiamo tutti. Lo sbaglio sta tutto nel dare tanta importanza al "se". Nella vita le cose non accadono SE, accadono NONOSTANTE.
Rileggendo il blog mi sono accorta che avevo già postato una traduzione di questo passo... e vabè, repetita juvant.
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